mercoledì 27 agosto 2014

...ALCUNI PICCOLI CONSIGLI...


Per una corretta stimolazione del linguaggio è stato dimostrato da un recente studio che risulta più utile incentivare nel bambino l’ascolto del linguaggio che non la produzione di parole. Ecco perchè qui di seguito sono riportati alcuni suggerimenti che i genitori possono utilizzare fin dalla nascita del loro bambino.


Inanzitutto è bene parlare con un ritmo lento e ben articolato e il più possibile naturale. L’uso del linguaggio da parte del genitore/adulto che sta con il bambino dovrebbe essere contestuale, cioè con riferimenti continui a ciò che accade intorno e verbalizzando il più possibile ciò che si sta facendo o ciò che succederà immediatamente dopo, almeno fino ai 2 anni e mezzo.


Una attività molto adatta a stimolare l’ascolto e che nel contempo può rivelarsi utile a stimolare la produzione di parole nuove nel bambino è la lettura dei libri semplici che riportino brevi routines tipiche della vita dei più piccini (nanna, pappa, bagnetto) possibilmente accompagnate da illustrazioni semplici e ben definite che consentono al bambino di “leggere” lui stesso la storia.


È sconsigliato chiedere di ripetere le parole con l’unico scopo di farle pronunciare perfettamente; ciò non serve a migliorare le competenze linguistiche in senso lato e rischia di diventare una modalità molto sgradita al bambino e potrebbe innescare meccanismi di rifiuto.


PERIODO FINO AI 3-4 ANNI

Fase relativa al periodo del perchè, in cui il bambino assimila e introietta le forme sintattiche e grammaticali attraverso un incessante domandare che arricchisce il lessico e il vocabolario. Questo periodo, che inizia verso i due anni, è legato alla qualità e alla quantità delle risposte ricevute dal bambino da parte dei genitori.


PERIODO OLTRE I DUE ANNI

In questa fase, definita periodo della frase grammaticale o del linguaggio costitutivo, il bambino passa dalla terza alla prima persona, servendosi del pronome personale io. Costrruisce ,inoltre, frasi complete acquistando gradualmente gli elementi grammaticali e della sintassi, unendo il verbo con l'aggettivo in maniera conforme alle leggi sintattiche. Inoltre il bambino inizia a comprendere frasi che si riferiscono a oggetti e/o situazioni non presenti nel suo campo percettivo.

Dopo i 3 anni circa il bambino inizia a strutturare il suo sistema fonologico e con grande creatività produce proggressivamente suoni nuovi e sequenze sempre diverse fino a raggiumgere la produzione adulta corretta. Non tutti i suoni raggiungono la maturità articolatoria con la stessa rapidità: infatti ad esempio le vocali sono acquisite velocemente, mentre i dittonghi con più difficoltà. Mentre per quanto riguarda le consonanti le prime a comparire solo le bilabiali (p, b, m).

All'inizio della verbalizzazone le parole sono utilizzate assieme all'azione, succesivamente invece la parola tenderà ad essere anticipata o evocata. La parola è usata nelle fasi iniziali in qnt la situazione la richiede e, come l'azione, essa è sempre parte di un contesto ben determinato. Successivamente il bambino utilizza le parole anche fuori dal loro contesto abituale, decontestualizzandole.

Inoltre durante il periodo di sviluppo infantile, è importante sottolineare che il linguaggio è contemporanemante sia oggetto di apprendimento che strumento di pensiero, intrecciandosi con gli imput che provengono dall'ambiente circostante e il clima emotivo che la relazione famigliare riesce ad esprimere.


 
Fonte tratta da: http://www.csapiacenza.it/ballare/evoluzionecom.pdf
PERIODO 20-21 MESI

In questa fase, definita periodo dell'elaborazione delocutoria, il discorso del bambino avviene in terza persona, esprime giudizi elementari, ricorda nomi e cose senza la loro presenza. Al bambino però che tende a parlare come i genitori mancano la grammatica e la sintassi e la non precisione circa le coordinatte spaziali e temporali.
Le prime combinazioni episodiche e spontanee di due parole compaiono verso i due anni e sono del tipo:
  • nome+nome ("papà casa" per indicare l'arrivo del genitore)
  • nome+verbo ("mamma vieni")
  • nome+aggettivo ("palla verde")   
Progressivamente il ricorso al gesto e in genere alla gestualità comincia ad essere utilizzato sempre meno. Aumenta il numero di parole che il bambino impara spontaneamente fuori dell'ambito famigliare, anche se talvolta pronuncia solo la parte iniziale e finale,aumentando altresì la comprensione di parole e frasi.
Comunicare implica l'acquisizione di abilità di riferimento a quattro aree distintive:
  1. Fonologica (uso dei suoni, vocali e consonanti, della nostra lingua)
  2. Sintattica (uso delle regole che permettono la costruzione della frase)
  3. Semantica (conoscenza del significato delle parole e delle frasi)
  4. Pragmatica (utiizzo del linguaggio a fini relazioni)

     
    Ma cos'è l'olofrase???


    Quando i bambini iniziano ad utilizzare le parole queste assumono il significato di un'intera frase, e vengono pertanto chiamate olofrasi. Con il termine olofrase si intende dunque un'espressione tipica del linguaggio infantile formata da una sola parola che vuole significare concetti (protodichiarativa) o richieste (protorichiestiva) che un adulto esprimerebbe con una frase più o meno complessa; di conseguenza a seconda dell'intonazione, delle circostanze e della gestualità che l'accompagna, una stessa parola può assumere significati diversi. 

    Ad esempio, “ate” può significare “Voglio del latte”, oppure, indicando il contenitore del latte, “Guarda là c'è il latte”. 



    PERIODO 12-20 MESI

    In questa fase, definita periodo della parola-frase (olofrase), il bambino è strettamente legato all'intelligenza linguistica e ai modelli di comunicazione dei genitori. Attorno ai 12 mesi inizia il periodo baby-talk che continua fino circa i 13 mesi, in cui il bambino impara a produrre le prime parole comprendendo comandi semplici e poco articolati.

    Verso i 18 mesi compaiono le prime parole senza alcuna fisionomia fonologica e semantica tipica del linguaggio adulto. Nomi e interiezioni costituiscono insieme circa il 50% del patrimonio verbale, proporzione che decresce con il passare dell'età. Progressivamente ,infatti, aumentano la frequenza dei pronomi, dei verbi, degli aggettivi, delle congiunzioni e preposizioni.

    Verso la fine del primo anno le produzioni vocali del bambino diventano sempre più intenzionali e significative,gli stessi genitori tentano di dare delle interpretazioni precise.In questo periodo si possono iniziare ad ascoltare dei veri e propri discorsi con melodie e suoni chiaramente articolati, magari prodotti più di una volta nel corso della giornato con significato sempre preciso. 
    Inoltre nel passaggio dalla fase prelinguistica e quella linguistica sono molto frequenti sequenze di suoni (vocaboli e consonanti) simili a parole, ma non sempre tuttavia si è in grado di dar loro un significato (proto parole); infatti la parola, per essere tale, deve presentare una coerenza tra i suoni che produce ed il significato che il bambino attribuisce loro.

    lunedì 25 agosto 2014


    Stadio interlinguistico primario

    Lo stadio interlinguistico primario è il periodo che va dai 18 ai 36 mesi di vita del bambino.
    In questi mesi il linguaggio stimola ed organizza funzionalmente i pensieri e gli oggetti anche se non permette al bambino di utilizzarli per scopi operativi senza avere un riferimento concreto. Inoltre tende a svilupparsi e a consolidarsi il sistema fonologico, sintattico e il vocabolario. Tende anche a svilupparsi l'intenzionalità comunicativa, arrichendosi e differenziandosi.

    Fra IL 12 e il 20 mese, il neonato tocca gli oggetti denominandoli, chiede aiuto attraverso i gesti, chiama per attirare l'attenzione, saluta con la mano e dice "ciao", risponde in maniera elementare, protesta e tende a ripetere quello che sente dire dagli altri. In seguito inizia a chiedere notizie sull'ambiente che lo circonda, gioca "A far finta di" immaginando e cercando di raccontare. 
    Dai 2 annile frasi complesse tendono ad aumentare. Inizia infatti ad usare congiunzioni (e, ma, perchè) unendo più frasi semplici; comprende domande che necessitano di una risposta affermativa o negativa, anche se si è osservato che le frasi negative tendono a svilupparsi più gradualmente rispetto a quelle affermative, nonostante nella olofrase compaia una negazione come ad esempio "no papà".
    La conversazione elementare che il bambino intrattiene con la mamma e il dialogo con gli adulti, risulta al quanto utile perchè permette al bambino di ampliare e modellare la sua produzione verbale, mentre con i suoi pare assume le caratteristiche di un monologo parallelo di tipo egocentrico.

     Anche questo stadio si divide in 4 periodi:
    1. PERIODO 12-20 MESI
    2. PERIODO 20-21 MESI
    3. PERIODO OLTRE I 2 ANNI
    4. PERIODO FINO AI 3-4 ANNI