mercoledì 13 febbraio 2013

IL SORRISO

Il sorriso è il primo elemento che il bambino codifica come gesto di riconoscimento del genitore o comunque come espressione di un esperienza piacevole.
Questo elemento comunicativo nasce spontaneamente in tutti i bambini, di conseguenza tale non viene appreso per imitazione.
Verso la 5 settimana di vita il bambino utilizza il sorriso ogni qualvolta vi si presenti la visione di un volto umano, non ancora, però, riconosciuto (sorriso sociale). Successivamente verso i 6-7 mesi il sorriso diventa una vera e propria forma di socializzazione in cui il bambino è in grado di riconoscere il viso famigliare da quello estraneo ( verso gli 8 mesi).

IL PIANTO

Immagine tratta da:http://www.nexus-lab.com/2014/05/08/android-kitkat-galaxy-s3-galaxy-s3-mini-samsung/

Il pianto è la prima forma comunicativa utilizzata fin da quando costituisce solamente un segnale d'allarme.
Ci sono, essenzialmente, tre tipi di pianto: da rabbia, da fame, da disperazione.
Soprattutto nei primi mesi di vita, però, il pianto è un mezzo per ricercare il contatto umano con l'adulto, in particolare con la figura materna. Il pianto quindi rappresenta un elemento molto importante per il bambino in quanto grazie ad esso egli può comunicare i propri desideri,i propri bisogni e i propri malesseri. Risulta importante quindi capire che non c'è nulla di male se i bambini esprimono le proprie emozioni con il pianto.


IL VAGITO



Il vagito corrisponde al primo tentativo vocalico del neonato.
Le produzioni sonore sembrano essere causali e non intenzionali, senza simbolizzazione. Nei primi tre mesi la produzione vocalica si accompagna e nasce dal movimento corporeo, legandosi poi alla tensione scaricata trammite il pianto. In queste rudimentali vocalizzazioni si riconoscono suoni sia di tipo vocalico (prevalenza di E aperta), sia di tipo consonatico (prevalenza di suoni e velari).



video tratto da: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=eqQUw0V1wFI

Un interessante e tenero esempio è il video riportato qui sopra in cui si può notare la capacità che i bambini presentano nel comunicare con la propria madre fin da piccoli grazie all'imitazione di semplici suoni.

LO STADIO PRELINGUISTICO 

Lo stadio prelinguistico è il periodo della vita del bambino che va da 0 a 12-13 mesi circa.
Questo periodo è caratterizzata dalla presenza nel bambino della capacità di rappresentare mentalmente la realtà; infatti il bambino prima "pensa" l'oggetto e l'ambiente circostante ed in seguito, trammite un processi di scoperta, è in grado di rappresentare mentalmente le varie forme linguistiche utili per codificarlo.
Gli atti perlocutori (pianto, sorriso,vagito....) sono il mezzo principale con cui comunica i propri bisogni primari. Successivamente impara a riprodurli in maniera consapevole e volontaria evidenziando una certa intenzionalità comunicativa.

Durante il primo anno di vita,il bambino apprende i primi mezzi di comunicazione trammite i tentativi di imitazione di suoni e sorrisi proposti dagli adulti. Infatti già nel 3 mese, uno dei suoi divertimenti è quello di imitare i suoni (ecolalia:ripetizione di suoni) che la mamma fa mentre si occupa di lui, dando vita così ai primi gorgoglii, ovvero ai primi accenni di parola. Questo meccanismo si perfeziona tra il 4 e il 5 mese, quando avviene la scoperta delle consonanti (la B, D e M sembrano le più utilizzate) dove il bambino inizialmente tende a ripeterle da sole mentre succesivamente tende ad associarle a delle vocali (la A risulta la più favorita).
Nasce così la lallazione, il balbettamento grazie al quale il bambino ripete ad esempio " ma-ma-ma".

Successivamente attorno ai 18-24 mesi il bambino è in grado di imitare un numero assai grande di gesti e di suoni anche senza vedere il modello da imitare.


martedì 12 febbraio 2013


Il linguaggio corrisponde alla capacità di associare suoni e significati attraverso regole grammaticali che variano da lingua a lingua. Tale capacità implica quattro abilità fondamentali:
  1. comprensione del linguaggio
  2. pronuncia corretta delle parole
  3. costruzione del vocabolario
  4. combinazione delle parole in frasi
Il bambino in questo senso comprende il significato delle parole, prima ancora di saperle pronunciare, di conseguenza, è molto sensibile alle intonazioni della voce, alla presenza o assenza di emotività nel linguaggio, nella mimica facciale del discorso ( per es.è in grado di capire se una frase è  stata pronunciata per scherzo o seriamente).
La pronuncia si impara spesso per imitazione che all'inizio è aperta e con toni acuti, mentre col trascorrere degli anni la parlata si carica di tutte le tonalità e accenti della lingua nazionale.

L'acquisizione del vocabolario è particolarmente rapida quando il bambino si rende conto che gli oggetti, le persone e gli avvenimenti hanno dei nomi, successivamente il bambino comprende che esistono parole dal significato più generale in grado di velocizzare la comunicazione e ampliare il pensiero.

Infine prima di assimilare la concezione di frase il bambino deve acquisire la padronanza dei vari sottoinsiemi linguistici:
  1. SISTEMA FONETICO (o dei suoni)
  2. SISTEMA SEMANTICO (o dei significati)
  3. SINTASSI e PRAGMATICA (uso concreto delle espressioni linguistiche)
La progressione dello sviluppo del linguaggio, quindi, segue diversi stadi che gradualmente precisano e differenziano gli elementi precedentemente elencati.